Scrambler Therapy: prime esperienze all’Istituto Oncologico Veneto
Autori : Schiavon S., Michelotto M., Dal Col A., Pambuku A., Formaglio F.
IOV-IRCCS, Padova
Razionale
La Scrambler Therapy (ST) si caratterizza come approccio neuromodulatorio non invasivo di elettroanalgesia. Crescenti esperienze ne supportano il contributo sia per patologie benigne che oncologiche, come il dolore neuropatico cronico e neoplastico. Si vuole portare l’iniziale esperienza dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova in pazienti con dolore resistente al trattamento farmacologico valutandone la riduzione dell’intensità, l’impatto sul trattamento farmacologico e sintomatologico sia durante la procedura che nel follow-up a breve termine.
Metodo
Sono stati trattati 6 pazienti (pz): 2 affetti da mieloma multiplo con nevralgia post-erpetica persistente da più di 4 mesi; 1 con sdr dell’arto fantasma da amputazione per sarcoma dei tessuti molli, 1 con dolore neuropatico jatrogeno da chemioterapico taxolo concluso 5 me- si prima, 1 con dolore misto da lesione ossea rachideo e da ernia discale intraforaminale L3-L4 ed 1 con dolore da lesione ossea secondaria a neoplasia mammaria. Tutti in terapia farmacologica analgesica oppiacea (1 con oppiaceo minore, 5 con oppiacei maggiori); co- me adiuvante, pregabalyn in 5/6 pz.
L’elettroanalgesia con ST è stata condotta per 30 minuti, 5 g/settimana dal lunedì al venerdì con 2 giorni di pausa, con valutazione dopo ciclo di 10 sedute. Il dolore è stato valutato con la scala numerica NRS all’inizio ed alla fine di ogni seduta giornaliera. In 1 pz la procedura è stata attuata per soli 5 giorni essendo stata avviata a trattamento radioterapico e pertanto non valutabile.
Risultati
In 3/5 pz (neurotossicità da chemioterapico e nevralgia post-erpetica) si è osservata una significativa riduzione del dolore valutato su scala NRS al termine del trattamento (NRS 9->1; NRS 7->3; NRS 9->4) In 2/5 pz (sdr dell’arto fantasma e pz con lesione ossea + ernia in- traforaminale) la riduzione del dolore in termini numerici NRS è stata meno evidente (NRS 3->2; NRS 6->5)Soprattutto nei pz del primo gruppo, il beneficio sintomatico ha reso possibile l’implemento dell’attività quotidiana diurna e migliorato il riposo notturno per regressione della componente disestesica. In 2 pz del primo gruppo ed in 1 del secondo, si è reso possibile una riduzione della dose di pregabalyn. Nei pazienti del primo gruppo, il beneficio si è reso evidente dal secondo giorno con un aumento della durata del controllo del dolore dalla fine della seduta, senza necessità di dose rescue farmacologica, sino ad 8 ore.
I pz sono stati rivalutati a follow-up a 2 settimane con mantenimento del risultato ottenuto.
Conclusioni In questa piccola casistica, i pz con dolore neuropatico hanno ottenuto una riduzione del dolore >50 % con evidente impatto positivo. La valutazione del paziente con dolore nocicettivo osseo è solo parziale pur riscontrando un qualche beneficio. Il dolore oncologico si presenta spesso complesso con necessità di un approccio polifarmacologico con adiuvanti oltre al trattamento attivo specifico. La ST rappresenta un’ulteriore opzione a disposizione dei pazienti da indagare definendone appropriata collocazione nel percorso di cura.
Bibliografia
Scrambler Therapy for the management of chronic pain. S. Care Cancer 2016: 24(6): 2807-2814Phantom limb pain successfully treated with scrambler Therapy. Minerva Anestesiol 2018 maggio; 84(5):642-643
PUBBLICAZIONE su https://www.aisd.it/index.php/congressi/congresso-2020